sabato 28 settembre 2013

Naso del Lyskamm, diretta per la parete Ovest (4272m)

Lasciamo il rifugio Sella insieme a molte altre cordate, quasi tutte però piegano in direzione del Felikjoch, sicuramente dirette al Castore o al Lyskamm occidentale. Noi avevamo in testa di fare il Lyskamm orientale per la cresta Sud, quindi di scendere per la cresta Est.
Il programma prevede di passare prima dal Naso del Lyskamm. Arrivando dal Rifugio Sella l'accesso più facile è per il fianco Sud Ovest, aggirando la parete ghiacciata del Naso, itinerario in Agosto inoltrato che si svolge su ghiaccio vivo con pendenze anche di 40-45°. Noi ammetto non eravamo sicuri del percorso migliore e non avevamo nessuno davanti, arriviamo alla base della parete e decidiamo di salire per la verticale, prima su una paretina ghiacciata, poi per delle roccette, quindi di nuovo su ghiaccio fino in cima. Inutile dire che siamo finiti su un itinerario molto bello e più impegnativo di quanto messo in preventivo, per la parete era visibile all'inizio una lieve traccia in direzione delle rocce che ci aveva tranquillizzato sulle nostre intenzioni. Parto da primo, salgo...subito mi rendo conto che non sarebbe stata una passeggiata e mi sento molto contento di aver fatto i miei corsi di ghiaccio e di arrampicata su ghiaccio, perché subito si rende necessaria una progressione frontale, curando molto bene gli appoggi specie per il fatto di avere una sola picozza (due non sarebbero state necessarie..forse al più comode). Arrivato alle rocce trovo uno spit con un anellone, mi assicuro e recupero Denis...che purtroppo non mi pare essere molto in forma e lucido, forse provato dai giorni precedenti e non perfettamente acclimatato, tanto che in parete in sosta si rende necessaria una sosta prolungata e due cordate di sfilano davanti. Salgo sulle roccette di un 30-40 metri e trovo un secondo spit, preparo la sosta e recupero Denis, una volta da me valutiamo la situazione, davanti a noi solo una parete di ghiaccio, da lì più pendente del previsto, ma attrezzata: a intervalli di 30-40 metri ci sono dei grossi fittoni per le soste, evidentemente è molto frequentata e classica per chi fa la traversata, noi un po' forse ci siamo informati male...ma c'è da dire che al nostro rientro ho tanto cercato informazioni più dettagliate anche su internet e non ho trovato quasi nulla di decente.
Ora alterniamo la progressione, saranno stati anche qui 3 o 4 tiri prima che la pendenza mollasse e ci facesse riassumere una posizione eretta. Stiamo arrampicando una parete ghiacciata forse sui 45-50° a oltre 4000m!! Non male, non è forse una via di pregio ma è proprio divertente. Denis in realtà se la sta godendo meno di me, mi rendo conto che è conciato maluccio, provato ma sale sicuro. Arriviamo in cima, il programma sarebbe stato di dormire al Bivacco sul Balmenhorn, una piccola isola di roccia nel mare ghiacciato del Ghiacciaio del Lys. Ma una notte a oltre 4000m per il mio compagno sarebbe stata probabilmente la fine della vacanza. Gli chiedo cosa voglia fare e come si senta, se preferisse scendere, ma non ottengo una risposta sensata...allora decido io per lui: scendiamo alla Capanna Gnifetti.
Qui non avevamo prenotato, quindi c'è da attendere un po' che i gestori sistemino prima tutte le persone con la prenotazione prima di verificare effettivamente la presenza di posti liberi, anche se da subito ci avevano detto che non sarebbe stato un problema. Mangiamo qualcosa, Denis va a dormire mentre io al tavolo converso piacevolmente con un gruppo di amici molto eterogeneo che erano saliti così per una passeggiata, prendendo la funivia e il cui piano era quello di ridiscendere dopo pranzo. Al Rifugio c'è un ragazzo visibilmente dell'Est Europa ma che parlava un gran buon italiano, in compagnia di 5 o 6 ragazze, che si recava ogni 5 minuti al bancone del bar per chiedere informazioni di ogni tipo: se dovessero dormire con il sacco lenzuolo, se potevano portare ramponi e picozza in camera, se potevano cucinare con il fornelletto...la cosa che mi divertiva era proprio il fatto che faceva diligentemente la coda, poneva una di queste domande alla volta, andava via, dopo neanche 5 minuti tornava di nuovo in coda per porre la successiva! Nel pomeriggio invece un altro incontro interessante: un sacerdote ultrasettantenne accompagnato da una signora di mezza età forse sulla cinquantina e da un ragazzo forse giovane come me che aveva preso i voti. Il prete depositato lo zaino poi passò per il rifugio annunciando ad ogni tavolo che per chi avesse voluto, avrebbe tenuto la messa nella cappelletta adiacente al rifugio stesso. Io non sono un buon cattolico, ma sarà stata la situazione particolare o la nostalgia di quando ero bambino e passavo i miei fine settimana in oratorio e le messe a fare il chierichetto...avevo deciso che quella sera prima della cena sarei andato a messa. Poco prima del servizio il padre voleva suonare la campana per annunciare la messa, ma il cordino vi si era staccato e qualcuno doveva salire sul tetto della cappella per riannodarlo, senza pensarci due volte il prete annunciò: "Beh siamo venuti in montagna per scalare, o no?!" Alchè prende la scala, la appoggia in equilibrio precario sul fianco della cappella e si appresta a salirci, io mi avvicino subito e insieme al ragazzo che lo accompagnava, la teniamo ferma a terra. Gli accompagnatori del sacerdote gli intimavano di stare attento e accortisi che la scala non era alta a sufficienza per raggiungere il tetto, tentarono anche di dissuaderlo dal tentativo....ma non v'è stato nulla da fare: il tenace anziano sacerdote, senza battere ciglio iniziò ad arrampicare sfruttando lo stipite della porticciola della cappella e il tetto stesso e una volta raggiunto il culmine dello stesso, riannodò la corda alla campana e ridiscese, come nulla fosse. Io leggevo invece il panico dei suoi accompagnatori che sbraitavano amorevolmente: "Fa sempre così! è un testardo e ha pure già avuto un isctus! Ci fa sempre preoccupare!". Conclusa la missione della campana e annunciata la messa a scampanate, siamo in 5 nella cappella, il prete, la donna, il ragazzo, io e un signore sulla sessantina della provincia di Sondrio. Recitiamo insieme le preghiere, tutte quelle risposte e frasi imparate a memoria da bambino senza nemmeno capirne il significato...e pensavo a tutti quei momenti, ma c'era molta gioia dentro di me in quel momento ero tornato indietro di 20 anni e viverlo in quella situazione alpina, in Italia, da "emigrato" stato bello. Anche questa giornata sul Rosa è finita, ora c'è la cena ottima e abbondantissima, quindi la branda...la veglia domani non è eccessivamente presto, alle 4.00, il programma è quello di arrivare alla Punta Gnifetti prendendo le cime intermedie, tutte o quelle più interessanti.

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