domenica 22 settembre 2013

Palla Bianca (Weisskugel), 3738m - Cresta Nord

A Luglio il meteo è stato veramente generoso con noi e ci ha regalato almeno 5 WE di fila di condizioni più che perfette, noi ne abbiamo approfittato utilizzando ogni occasione, sempre purtroppo per gite "mordi e fuggi", partenza il sabato, salita al rifugio, cima la domenica e rientro...un vero e proprio tour de force. Ma quando la montagna chiama è difficile resistere...mi sento a casa qui, sono dove vorrei: ogni volta in parete o in cresta, nel mondo verticale, i sabati sera nella stube di un rifugio, un paio di partite a carte, le storie e i racconti di altri alpinisti o di altri appassionati. La sveglia a notte fonda e la magia dei passi nel buio: a volte non c'è un rumore nell'aria se non quello dei tuoi passi...altre volte il vento sembra scuotere tutto quanto, non vedi, senti solo un forte rumore come un mare in tempesta. Siamo di nuovo al passo di Resia...questa volta prendiamo la Val Lunga e ci dirigiamo verso la località di Melago, qui lasceremo la macchina per salire al rifugio Pio X°, la Weisskugelhuette. Siamo in 4: io, Denis, Bjoern e Jochen. L'obiettivo è ovviamente la Palla Bianca, per la cresta Nord, un itinerario su misto con difficoltà su roccia di 3° grado e su ghiaccio fino a 45°. Ora: a leggere le descrizioni sembrava essere un itinerario grandioso, quasi una "Scala del Cielo" - "Himmelleiter" così riportato sulla guida. Certo il panorama era grandioso, sui gruppi circostanti e sulle grandi crepacciate del ghiacciaio, però: la roccia era marcia ovunque, il 3° grado non l'ho proprio visto e siamo rimasti sempre fedeli al fil di cresta (meno male perché su roccia così un 3° grado vero con i ramponi anche non sarebbe stato proprio bello da arrampicare). Il ghiaccio a 45° era un breve tratto di forse un centinaio di metri e ho anche dubbi sui 45°, a naso avrei detto non più di 40° e solo in un paio di tratti. Diciamo che non lo consiglierei, forse una montagna del genere è da fare in inverno e con gli sci, allora il suo fascino c'è tutto, ma così non ne sono tornato convinto. Al Rifugio veniamo accolti con un bicchierino di distillato e sul listino prezzi la Radler è 3/4 di litro...ho pensato: siamo nel posto giusto. La cena è ottima e abbondante, dopo aver ottimizzato lo zaino e preparato l'imbrago andiamo a dormire, la sveglia è alla solita ora. Il giorno dopo alle 4:00 siamo praticamente pronti per lasciare il rifugio, siamo i primi, saremo i primi anche a rientrare. Percorriamo le morene in direzione del ghiacciaio, dove arrivati calziamo i ramponi e ci leghiamo. Si segue la traccia per la via normale fino ai 3000m circa quindi si traversa verso destra verso un'evidente sella nevosa. Da qui inizia la cresta, il sole inizia ad alzarsi e le poche nuvole si sono dissolte, procediamo slegati godendoci il panorama, meno appagante è il tipo di terreno dove ci stiamo muovendo: tutte roccette instabili. Arriviamo a quello che potremmo definire il punto chiave, uno tratto sul fil di cresta ghiacciato e ripido, ma che non presenta nessun tipo di problema o difficoltà oggettiva...ancora qualche tratto su roccia e siamo sull'affollata cima. Un paio di foto, ci godiamo un piccolo spuntino e scendiamo per il fianco Est della palla Bianca, dato l'eccezionale innevamento questa via è ben praticabile e sfruttata anche dalle altre cordate per la salita, accorciando così la tradizionale via Normale. Rientriamo quindi al rifugio, per primi, qui ci sono già molte persone, molti camminatori, ordiniamo qualcosa da mangiare e veniamo ribattezzati "Sport-Gruppe", gruppo sportivo...non so perché! Dopo aver divorato un bel piatto di uova, speck e patate accompagnato da una bella Radler, discesa e rientro in Germania.

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