lunedì 21 luglio 2014

Piccola Fermeda, Spigolo Sud Est

Mi ricordo che piuttosto di recente ho detto ad Andrea: ho proprio bisogno di arrampicare, ma vie lunghe, non le solite viette, i soliti 7-8 tiri...Ovviamente la mia uscita ha risvegliato anche nel mio amico la voglia di pareti serie. Questa gita nasce Giovedì sera, dopo che ci eravamo detti: mah ci possiamo sentire, teniamo d'occhio il WE se il tempo è buono andiamo a fare qualcosa in Dolomiti. Detto fatto. Venerdì parto anche relativamente presto, verso le 17:00 e ci diamo appuntamento al parcheggio della Ferrata Tridentina al Pisciadù, un pò perchè tra le vie papabili ce ne è diverse in quella zona o che addirittura partono da lì, un pò perchè lì si può campeggiare. Dopo aver valutato alcune proposte in serata ci corichiamo con l'idea di fare lo spigolo sud-est della Piccola Fermeda. Una via di 4° Grado, ma molto lunga in ambiente severo: più di 500m di sviluppo fino all'anticima e ulteriori 160m per arrivare alla cima, in seguito disarrampicando per la normale con passaggi di 3° in un paio di punti, più facile il resto.
Partiamo la mattina per prendere la prima funivia del Col Raiser, quindi ci dirigiamo verso la malga nei pressi di Pietra Longia, sono poco meno di 200m di dislivello, quindi per prati all'attacco della via. I primi tiri si svolgono su insidiosi pendii erbosi molto ripidi, il terreno peggiore, parto io come primo e tiro dritto per dritto quasi tutti i 60m della corda, sosto battendo un chiodo e mettendo giù un Friend, recupero Andrea che esce dai verdi e si porta con ulteriori 50m subito sotto al tiro chiave, il primissimo su roccia, una bella fessura gialla. Tocca di nuovo a me, parto, arrampico la bella e larga fessura con un paio di passaggi in opposizione, sosto sul primo chiodo che incontro, aggiungendone un secondo, recupero Andrea che completa la traversata, molto aerea e si porta nella gola tra la piccola e la grande Fermeda.
Riparto io per quello che dalla topografia del Bernardi è il 7° tiro, dalla gola ci si alza su una paretina verso sinistra e ci si dovrebbe infilare in un colatoio detritico, un tiro di 4° grado. Io però farò la mia variante: lascio la paretina a sinistra e anzichè infilarmi nel colatoio mi butto sulla parete alla mia destra: avevo visto un chiodo e mi sembrava proprio bella. Così anche sarà: roccia fantastica, solida, pulita, ruvida, un sogno...difficoltà maggiori di un 4° grado, 4+ sicuro forse il 5- ci può stare, troverò due chiodi in tutto, quindi una clessidra con cordino che non userò e uscirò sopra il colatoio su un ghiaione, ricongiungendomi alla via corretta. Bisogna risalire un tratto il ghiaione, camminando, andrà avanti Andrea fino ad arrivare a una fessura nera alla base della quale si sosta. Da qui si risalgono le placche a sinistra della fessura stessa: due tiri emozionanti, un traverso spettacolare su queste placche che terminano nel vuoto e sotto a pareti gialle strapiombanti, arrampicata bellissima, il tratto di 4- toccherà a me e i 25m successivi di 3+ ad Andrea che andrà un può più avanti andando a sostare già sullo spigolo. Da qui si segue fedelmente lo spigolo tenendosi di tanto in tanto a destra o a sinistra di questo, mi ricordo uno degli ultimi tiri dove ci si tiene a destra dello spigolo per un tratto, è il tredicesimo tiro dato di 4- sempre dalla relazione del Bernardi: aereo, lo spigolo lì si butta sugli strapiombi sul lato della gola tra la piccola e la grande Fermeda, passaggi bellissimi sempre su roccia superlativa. Da qui ancora due tiri più semplici per arrivare all'anticima. Dall'anticima, alla fine dell'ultimo tiro si nota una sorta di forcelletta, noi siamo scesi oltre la forcella, quindi non siamo saliti fino al culmine dell'anticima ma siamo rimasti appena poco sotto. Si cammina un tratto e si rinviene una calata per la quale basta una corda sola, due cordini su spuntone di cui uno nuovo rosso e un anello a maglia rapida. Dopo esserci calati per 15/20m circa, sulle ghiaie risaliamo la facile e divertente paretina fino alla cima, la parete appoggiata può essere risalita senza passaggi obbligati, siamo forse al massimo su un 2° grado, che abbiamo fatto slegati e che porta direttamente in cima. Da qui il panorama è da sogno, il baratro sulla Val di Funes è da togliere il fiato, si vede bene il Sass de Putia, la Grande Fermeda ci sovrasta e dall'altra parte: il Sella, il Gruppo del Sassopiatto/Sassolungo, quindi il Catinaccio e l'Altopiano dello Sciliar e quindi l'Alpe di Siusi.
Sono contentissimo di essere quassù, la Piccola e Grande Fermeda sono le Odle meglio visibili dall'Alpe di Siusi, dove vado fin da quando ero bambino. Vedere l'Alpe da quella prospettiva così nuova mi ha reso felice: sono i luoghi della mia infanzia a cui sono molto legato. Una nota per così dire negativa: è tardi, la via ci è costata più di 5 ore e dobbiamo ancora scendere la normale. Quindi nonostante un luce fantastica, la temperatura gradevolissima e la voglia di stare seduti a godersi il panorama, lasciandosi trasportare, come in un sogno...torniamo alla dura realtà, tolte le scarpette, ci mettiamo quelle da avvicinamento e iniziamo a scendere. La discesa è assolutamente intuitiva, ci sono due tratti di terzo grado, il primo l'abbiamo disarrampicato, mentre al secondo ci siamo calati. Il Bernardi suggerisce arrivati alla "Forcella Terrazzo" di risalire la cresta erbosa quasi fino al culmine, quindi infilarsi in Val di Funes per rientrare in Gardena dopo aver attraversato un tratto, questo permette di riguadagnare il sentiero che da lì in poi dolcemente ci riporterà alla Pietra Longia, quindi alla malga, quindi al Col Raiser. Ovviamente essendo tardi scendiamo a Piedi fino al parcheggio, come al solito quando si va con Andrea: correndo! Sotto lo sguardo incredulo e sbigottito dei pochi passanti che abbiamo incontrato.
Siamo un pò provati ma felicissimi: la via non è mai tecnicamente difficile anzi un paio di tiri più impegnativi li avrei fatti più che volentieri, però è lunga, tiene per tante ore impegnati, sia di testa che di fisico e quindi non è assolutamente da sottovalutare anche per via di quel traverso sulle placche che taglia un pò i ponti con la parte bassa e per i prati ripidi dove sicuramente non è piacevole scendere in ritirata. La sera andiamo a Colfosco a mangiare "qualcosa", alla fine divoreremo: una pizza Zola&Salsiccia a testa e sempre a testa una cotoletta alla milanese con patate, l'insalata e il dessert...Veramente due fogne senza vergogna! Inutile dire che il giorno seguente avremmo bruciato tutto e anche di più su un'altra gran bella e non cortissima via, sul Mur de Pisciadù....ma questa è un'altra storia!

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