lunedì 28 marzo 2016

Scialpinismo - Odla di Valdussa con discesa in Val Badia

Per la domenica di Pasqua c'è in programma un altro giorno di sole e di conseguenza una nuova gita. L'obiettivo è l'Odla di Valdussa, nota meta scialpinistica raggiungibile partendo da Santa Cristina in Val Gardena, salita accorciabile con gli impianti che portano al Col Raiser (e che abbiamo usato). La discesa riporta di norma a valle in Gardena, c'è però la possibilità avendo a disposizione due macchine di compiere una bellissima traversata dal gruppo delle Odle, scendendo da una forcella di cui ora non ricordo il nome e che porta giù fino a Longiarù nella bassa Badia. Optiamo per questa opzione. Dormiamo proprio a Longiarù, qui al parcheggio dove termina la strada lasciamo il California di Andrea e piusttosto stretti ci dirigiamo con la mia macchina verso Santa Cristina, previo caffè entrando a La Villa.
Presso gli impianti del Col Raiser lasciamo la macchina, pagando i soliti e alquanto irritanti 5 euro al solito sioretto che viene a batter cassa. Capiamo che se non fosse così probabilmente in una valle così turistica si arriverebbe all'anarchia ma è il principio che da fastidio, dovendo già pagare per gli impianti...vabè meglio non discuterne altrimenti si cadrebbe in politica che non è proprio l'obiettivo di questi blog. Giunti al Col Raiser scendiamo intercettando una traccia che porta al Rifugio Firenze, da qui partiamo verso l'Odla di Valdussa, facendo un pò un errore a tenerci alti, seguendo quella traccia che porterebbe poi alla forcella tra Sass Rigais e Furchetta, il chè ci costa uno sviluppo di avvicinamento maggiore della traccia per altro consigliata sulla relazione che sta in principio più bassa sulla destra del Rifugio guardando verso Nord.
Risaliamo il pendio che aumenta di pendenzaa giunti a 2500m sulla destra vediamo il conoide che porta alla forcelletta che dovremo risalire più tardi, per altro ocn evidenti tracce di passaggio. Il primo obiettivo però è quello di risalire tutto il pendio soleggiato per arrivare alla cima dell'Odla di Valdussa. Giunti al deposito sci pochi metri sotto la vetta, si prosegue per questa piedi. Sembra quasi di poter toccare le pareti Nord della Furchetta, mentre il panorama si apre verso la bellissima Val di Funes. Dalla vetta ridiscesi al deposito sci e calzati questi ultimi ci godiamo una bellissima discesa su neve perfettamente trasformata su un pendio privo di insidie di qualunque tipo che consente anche di spingere e tirare curvoni di soddisfazione in velocità. Purtroppo devo aggiungere una nota personale sulla condizione fisica: da quota 2500m fino alla cima iniziano ad attaccarmi i primi crampi, segno inequivocabile di una forma fisica tutt'altro che buona, il che mi costringe a rallentare molto la progressione. Stessa cosa per la risalita verso la forcelletta che ci riporterà a Longiarù. Movimenti lenti, crampi anche alle braccia e in particolare all'interno coscia sinistro. Non c'è da essere soffisfatti se penso invece a come ero in questo stesso periodo due anni fa...ma sono contento di poter godere lo stesso di queste gite...certo se le gambe tenessero di più, il divertimento sarebbe sicuramente maggiore, si sa. Discesa su neve non irresistibile tranne un breve tratto di polvere, per il resto tanta crosta, non della peggior specie ma non si può avere tutto.
Giunti alla base dei pendii intercettiamo la traccia che riporta senza quasi dover spingere ala strada forestale (già affrontata nel 2014 per il canalone Nord dell'Antersasc) che a sua volta riporta in dolce e costante discesa al parcheggio fuori Longiarù dove avevamo lasciato il furgone di Andrea. C'è solo dopo una birra di rito da guidare verso Santa Cristina in Val Gardena, per recuperare la mia macchina con dentro anche le scarpe di tutti i partecipanti! Finisce così un bellissimo WE di Pasqua. Il mio grazie va alla bella compagnia con cui ho condiviso questi momenti.

Val delle Fontane - Piz Boè, Dolomiti

Marzo si sta rivelando un risveglio dal lungo sonno invernale, con mio stesso stupore riesco a infilare 3 WE di fila in montagna...Certo questo non fosse per Andrea non sarebbe stato possibile. Ammetto che il mio amico è sempre disposto a proporre itinerari e a mettere carne al fuoco, io spesso mi limito a seguire gli stimoli e alla fine ne sono sempre contento. Questa volta per altro siamo in 5, un gruppetto allargato il che come in altre circostanze ha fatto piacere: oltre ad Andrea ci sono suo zio Umberto, Maurizio e Alessandro.
Ci ritroviamo a Passo Pordoi dopo un pò di confusione (io stavo aspettando gli altri a Passo Sella: lì a chiedermi, ma se vogliamo fare il canalone delle fontane come mai Andrea mi dice al telefono di trovarsi a Passo Sella?). Con calma prendiamo gli impianti per il Sasso Pordoi, sono le 11 di mattina ma è stato velato e le temperature erano basse, sappiamo che la neve non ha preso ancora abbastanza sole quindi ci vuole più tempo perchè si trasformi. Scendiamo come consueto alla Forcella Pordoi, traversiamo e al solito punto pelliamo. Risaliamo il pendio puntando la cresta Sud Ovest che dovremo risalire sci in spalla per arrivare in cima al Piz Boè, punto culminante di questo incredibile massiccio. In cima e durante la risalita vediamo diverse persone, tuttavia saremo i primi a rimettere gli sci ai piedi e a scendere convinti verso il canalone della Val delle Fontane.
In cima qualcuno degli altri gruppi esprime perplessità a trovare buona neve: sostengono che sia ancora troppo dura e crostosa. Anche noi non siamo forse del tutto convinti, ma anche se la neve non ha preso molto sole tutto sommato è tardi...Memori di altre discese sui canaloni Sud del Sella pensiamo che le condizioni siano comunque buone. Scendiamo il pendio per ancdare ad intercettare il canalone e l'impressione è buona. Giunti al canalone nella parte alta effettivamente troviamo neve ancora non trasformata, ma si tratta di un tratto breve, perse poche decine di metri sentiamo che le condizioni ci sono e il canalone presenta bei tratti di neve godibilissima. Non si tratta nemmeno di un canalone impegnativo, c'è spazio, il pendio è uniforme il che consente di esprimersi con belle curve. Arrivati in uscita la neve è completamente trasformata regalando bellissime sensazioni. Diversi tratti sono già interrotti dall'erba che spunta mentre in breve ci avviciniamo alle piste. In breve termina anche questa gita, per me è credo l'ottava discesa dal Sella, degli itinerari più famosi credo mi manchi solo la Val Setuss. Rientriamo al Passo Pordoi dopo la meritata birra con panino.
La sensazione al Passo è quella dei giorni più belli che ci è concesso di vivere su questa terra: c'è un bel sole, il parcheggio ormai mezzo vuoto, noi seduti per terra a cambiarci e a godere di uno splendido panorama. Aver il privilegio di vivere almeno una volta a stagione di momenti come questi è impagabile. Salutiamo il Sella che ci ha regalato nuove emozioni, in questa che ormai sentiamo un pò come fosse una seconda casa. Se non sarà per un'ultima avventura il Week End prossimo ci lasciamo con un bel ricordo in più e aspettiamo già con gioia la prossima stagione, sperando finalmente di rivivere l'abbondanza di neve del 2014.

giovedì 24 marzo 2016

Scialpinistica al Monte Magro, Val Aurina

Solo qualche riga per raccontare il bel WE passato al Rif. Roma in Val Aurina. Solo una settimana fa una valanga ha spezzato la vita di 6 persone sul monte Nevoso, proprio qui. Parlando con il rifugista abbiamo letto nei suoi occhi la profonda tristezza per quello che è successo. Ci ha raccontato che è andato a vederne il fronte dicendoci che una cosa del genere non l'aveva mai vista.
Io sono qui perchè ho raggiunto Andrea con il corso di scialpinismo, trovo oltre a diverse facce nuove Maurizio e Alessandro. Salgo Sabato recuperando al parcheggio due corsisti, saliamo assieme al rifugio, la giornata è splendida, non c'è una nuvola solo un cielo azzurro intenso. Nel pomeriggio però vado a schiacciare un pisolino, sento la stanchezza della settimana di lavoro e ho voglia di ricaricare le batterie. Cena simpatica in compagnia, con alcuni giri di grappa di fieno di troppo (forse). Domenica sveglia, colazione e partiamo per la nostra meta che è il Monte Magro. Salita a passo lento e costante, cosa che mi fa piacere vista il poco allenamento invernale. Cima...godiamo di un panorama stupendo sulle Dolomiti, riusciamo a riconoscere persino le Alpi Giulie: il Mangart, il Triglav e lo Jalovec spuntano lontani ma visibili, Fuart e Montasio più vicini e decisamente riconoscibili.
Discesa su pendii dolci, su neve a tratti da cineteca. Pausa birra al rifugio e discesa in valle seguendo non la via di salita ma scendendo un pendio più a nord del rifugio stesso su indicazione del rifugista: qualche problema nell'individuazione della via che ci ha costretto a ripellare perchè il pendio che stavamo scendendo terminava con un notevole salto di roccia (neve ottima, si può dire ne sia valsa la pensa lo stesso!). Poi giù verso valle in maniera logica fino alle macchine. Che sia il segno che forse dopo mesi di digiuno si stia muovendo qualcosa? Chi lo sa...comunque, la cosa più importante è la bellissima sensazione di pace e gioia che mi ha accompagnato a casa domenica sera.

domenica 13 marzo 2016

Val Culea Integrale - Gruppo del Sella, Dolomiti

Dopo diversi mesi ho finalmente qualcosa da scrivere...e ammetto che non fosse stato per Andrea probabilmente questa gita non l'avrei fatta. Parto poco prima delle 6 di mattina da Udine e mi dirigo ad Arabba dove troverà Andrea e Umberto. Dopo un NON inverno, con pochissima neve e temperature alte, due settimane abbiamo finalmente avuto la migliore nevicata di tutta la stagione sulle Alpi Orientali, di fatto quando ormai avevamo perso le speranze di fare dei canali, ci si è presentata questa bella occasione.
Rieccoci quindi sul Sella di cui ormai abbiamo collezionato diverse imprese per una nuova avventura! Prendiamo una delle prime corse per il Sasso Pordoi, sci ai piedi iniziamo la discesa verso la Forcella Pordoi, da qui tagliamo per arrivare al punto dove è d'obbligo mettersi le pelli e continuiamo a traversare verso il Rifugio Boè (Val de Mezdì). Ci lasciamo alle spalle il rifugio e dopo svariati sali e scendi arriviamo all'imbocco di un canale che dopo una breve discesa (100mm circa) abbandoneremo tenendoci sulla sinistra per risalire un evidente canale (sci inspalla) che porta 100m scarsi più in alto sulla forcella da cui ha inizio la discesa. Chiedo scusa per la descrizione sommaria e mal fatta. Da qui rimessi gli sci ai piedi partiamo per una bella discesa, fatta a tratti veramente su gran neve. Dopo il primo pezzo si sbuca sul terrazzone da qui parte la Val Culea vera e propria, di nuovo una strettoia e poi per pendii più larghi e comodi giù dritti. Passo Gardena è proprio di fronte a noi. In uscita ci si tiene sulla destra a traversare dei pendii che riportano esattamente sulle piste, quasi senza dover spingere.
Non un itinerario impegnativo ma vista la stagione fin'ora vissuta: un bel sospiro di sollievo! Di fatto dalla Marmolada (fine Ottobre) questa per me per diversi motivi è di fatto la prima scialpinistica. Inutile dire che ne è valsa la pena nonostante un Week End passato per la maggior parte in macchina per svariati spostamenti: ma devo dire che fatica, levatacce e arrivi a notte tarda sono stati ripagati da questo bell'itinerario. Spero di riuscire a mettere vicino almeno un paio di gite ancora anche se l'imperativo è quello di rimettersi in forma: con gambe e fiato direi che non ci siamo proprio.